Se i Quadritos potessero parlare si incrocerebbero voci, lingue e storie differenti, se i Quadritos oltre a parlare portassero con sé un pezzo d’ambiente sentiremmo suoni che evocano luoghi reali e immaginari come se quei pezzi di memoria racchiusi in una piccola scatola esplodessero creando bolle sospese che pian piano, rarefatte, mischierebbero la materia le une delle altre creando così un non luogo dove ognuno può perdersi e trovarsi.
L’impianto sonoro serve l’esperienza onirico-immaginativa creando risonanze continue nello spazio allestito, usa l’enjambement fra le voci dei personaggi e il suono composto al fine di tessere un filo narrativo in un tempo discontinuo e disforico, dove il pubblico può inserirsi con percezioni personalissime che rendono la visione viva e di volta in volta atto unico.
Il suono restituisce una multidimensionalità drammaturgica conducendo i visitatori verso possibilità inesplorate dell’esperienza e ponendosi dunque come drammaturgia sonora.
Nello specifico sono state utilizzate, dopo un’accurata ricerca, oltre cento voci originali dei personaggi presenti nell’allestimento, suoni evocativi per tutti quei personaggi che appartengono alla storia prima dell’avvento del sonoro, la prima registrazione a noi arrivata di voce umana, suoni appartenenti al paesaggio sonoro, suoni reali manipolati, suoni strumentali, si è attinto al patrimonio sonoro tutto escludendo suoni di sintesi puri. La musica elettroacustica fonde così materiali sonori concreti molteplici in un unico strato fonosimbolico che dialoga con gli altri linguaggi messi in gioco come un prisma che filtra l’esperienza distorcendola.
Così il mondo dei Quadritos si anima, un’installazione visivo sonora che ci immerge in una moltitudine di sensazioni, un viaggio in cui ognuno può scegliere la direzione da seguire fra colori vorticosi, trame acustiche a tratti scarne a tratti dense, volti noti e ignoti, oggetti ritrovati tracce fisiche o echi reminiscenti di chi li ha posseduti.
Ad un tratto riconosciamo un volto, una voce, e subito possiamo perderci seguendo un rumore perché prima o poi la troveremo quella scatola delle meraviglie che contiene quel gesto, che per un attimo, ha preso vita.
I Quadritos di Brunella Tegas si aprono al mondo del teatro sonoro grazie alla collaborazione con Teatro Zemrude.
La compagnia, formata dall’attore, regista e drammaturgo Agostino Aresu e dall’artista sonora Daniela Diurisi concentra da anni la sua ricerca su progetti radiofonici sperimentali legati al teatro.
Teatro Zemrude opera in contesti periferici e marginali o su tematiche che vengono individuate come prioritarie per la comunità con l’obiettivo di coinvolgere e riallacciare contatti e rapporti, attraverso l’utilizzo di differenti linguaggi artistici, all’interno della comunità stessa. Affianca alla produzione di spettacoli nell’ambito del teatro e della musica contemporanei un’intensa attività didattica.
Per il progetto Quadritos Brunella Tegas, Daniela Diurisi ed Agostino Aresu curano un’installazione dove l’arte visiva, la musica elettroacustica e la tessitura drammaturgica convivono al fine di restituire una narrazione che permette ai personaggi di aprirsi ad un immaginifico dialogo con il pubblico. L’utilizzo di QrCode restituisce le voci originali alle piccole scatole commemorative.
La diffusione spaziale del paesaggio sonoro ci immerge in una storia onirica. Piccoli accorgimenti multimediali ci portano a sostare in frammenti di mondi personali.